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Yes: le migliori canzoni del gruppo progressive rock

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I migliori brani degli Yes: da Heart of the Sunrise a Roundabout, le canzoni più iconiche della carriera musicale del gruppo britannico.

Gli Yes, giganti del progressive rock, sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame e questo è stato un onore davvero meritato per il gruppo che ha alle spalle 50 anni di carriera. Anche se il membro fondatore – Chris Squire – è scomparso nel 2015, l’attuale lineup della band li porta ancora ogni sera sul palco.

Con 21 album in studio, tra cui 34 uscite singole, gli Yes non sono sempre stati una band da successo radiofonico. Il rock progressivo, per definizione, è andato oltre i confini prestabiliti e non ha sempre soddisfatto le aspettative del pubblico, in termini di musica adatta a un preciso momento storico.

Bisogna anche considerare che alcuni degli album in studio degli Yes presentavano solo tre brani in totale (Close to the Edge e Relayer, per esempio — entrambi entrati nella lista dei 5 migliori album negli Stati Uniti, senza singoli lanciati) e, da ciò, si capisce che raramente si trattava di singoli per il gruppo, in particolare nella fase iniziale dell’esistenza della band. Scopriamo insieme le 5 migliori canzoni del gruppo rock progressive britannico.

Yes, le canzoni più amate

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Partiamo da Heart of the Sunrise, brano contenuto nell’album Fragile del 1971. Della durata di 10 minuti, questa canzone fornisce una sorta di opinione sulla vita moderna nella grande città, in cui gli individui sono spesso persi e soli.

Il video di Heart of the Sunrise:

Scritta da Anderson, Bruford, Squire e il nuovo tastierista (all’epoca) Rick Wakeman, era l’ultima canzone dell’album. La voce più dolce di Anderson contribuisce a due cose: la riflessione del pubblico sui testi e l’enfasi sulla musica stessa.

Passiamo, poi, a Yours Is No Disgrace, estratta da The Yes Album del 1971. Questa è un’ottima canzone da ascoltare con le cuffie, poiché il missaggio sfrutta l’uscita stereo.

Il video di Yours Is No Disgrace:

È lunga quasi dieci minuti e unisce il meglio dei musicisti della band in un viaggio di suono e verità. Tutti e cinque i membri della band, infatti, all’epoca hanno contribuito alla sua composizione e funge da sottile commento alla guerra del Vietnam.

C’è, poi, Changes, presente nell’album 90125 del 1984. Anche se l’LP forse si è allontanato un po’ dalle origini della band, l’ultima canzone sul primo lato del disco (sì, è stato pubblicato su vinile) è un ritorno alle origini degli YES come gruppo prog-rock.

Il video di Changes:

Changes è un capolavoro geniale che esplora le relazioni personali nel contesto di una nuova mentalità mondiale (gli anni ’80). Anche se il ritmo è più moderno, l’intera traccia si rifà sicuramente a ciò che ha reso gli Yes tali.

Yes, I’ve Seen All Good People e Roundabout

Sicuramente una delle canzoni preferite dai fan di tutto il mondo, I’ve Seen All Good People è stato anche il primo brano degli Yes a scalare le classifiche statunitensi, raggiungendo la posizione numero 40 nel 1971.

Il video di I’ve Seen All Good People:

Estratta anch’essa da The Yes Album del 1971, l’apertura evidenzia la voce di Anderson e l’impegno sociale presente nel testo. Il simbolismo degli scacchi nei testi rende il brano anche abbastanza profondo, intellettualmente e diverso dagli altri brani prog rock del tempo.

Infine, abbiamo Roundabout, estratta dall’album Fragile. La lenta introduzione genera anticipazione per il lavoro più ampio, e il lavoro più ampio non delude con i suoi ritmi rimbalzanti e melodie accattivanti.

Il video di Roundabout:

La canzone fu il più grande successo della band negli Stati Uniti fino ad oggi, a partire dall’anno 1971: raggiunse, infatti, il 13° posto nelle classifiche americane. La canzone è stata letteralmente ispirata dal numero di rotatorie stradali che la band ha dovuto percorrere durante un tour in Scozia.

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